GIANNI PETRICCONE
è nato a Tagliacozzo, una piccola cittadina nel cuore dell’Abruzzo. Un paese dove gli stimoli artistici sono in continuazione rievocati da tradizioni storiche, geografiche e architettoniche.
Petriccone è pienamente riuscito a cogliere le varie espressioni grazie alla sua forte predisposizione ed alla sua sensibilità a tutte le sfumature che costituiscono il mosaico della nostra vita. Petriccone è nato e cresciuto in un ambiente tranquillo e senza grandi ambizioni.
Terminati gli studi di maturità, diplomatosi geometra, manifesta già in questi anni un forte predisposizione per tutte le forme artistiche, in particolar modo per il disegno. Improvvisamente ha deciso di tuffarsi, da completo autodidatta, nel mondo della pitture, iniziando da zero e andando avanti con le sue capacità. Si è iscritto alla facoltà di architettura frequentando i primi tre anni e riportando grande interesse, affinità e risultati, ma vari motivi lo hanno costretto a lasciare e dedicarsi a tempo pieno alla pittura.
Da qui ha avuto inizio, con continui miglioramenti e riscontri, la sua arte sino a giungere ad oggi potendolo definire estremamente raffinato nella sua arte “figurativa”.
La sua scelta è stata tra la più ardue sia per la difficoltà che comporta questo stile pittorico che per il fatto che egli è completamente “autodidatta”.
Visto i risultati che è riuscito ad ottenere non si può dire altro che la sua predisposizione, la sua sensibilità, la sua purezza d’animo e le sue capacità hanno un valore inestimabile sulle quali ha gettato le fondazioni del suo futuro.
Bisogna inoltre sottolineare la serietà con cui Petriccone ha preso questo impegno e con quanta lo sta portando avanti accettando e superando le infinite difficoltà che nella strada di un pittore si è costretti ad affrontare; ciò è senza dubbio garanzia per i sui lavori di ieri, oggi e domani.
Petriccone va oltre la semplice espressione cromatica, degli effetti, delle forme che caratterizzano un’opera.
Egli ricerca tutte queste caratteristiche, e predilige tutto ciò che, dietro la sua forma e la sua funzione, ha una forte carica espressiva pur essendo i particolari più difficili da dipingere come le mani, i piedi e i volti per poi sconfinare nelle infinite pieghe dei panneggi e nei suoi suggestivi colori delle nature morte.
La sua interpretazione pittorica è personalissima, senza rifarsi a nessuno stile passato e presente.
E’ se stesso e lo grida da alta voce, con i suoi pregi e difetti; è un’espressione moderna delle forme classiche che i vecchi Maestri del 500-600 hanno abbondantemente sfoggiato. Ama dipingere, ama la libertà, ama amare , sa soffrire e sa farlo trapelare dai suoi vibranti e silenziosi toni cromatici.